Il programma espositivo di Casa del Mantegna riparte con la mostra “Joseph Beuys. Il Tamburo dello Sciamano”, in occasione del centenario della nascita dell’artista, che ha segnato la storia dell’arte contemporanea con la sua idea di “arte ampliata”, interpretata in senso antropologico. Dal 19 giugno al 29 agosto la mostra celebra l’anniversario con opere, materiale documentario, video e iniziative che rendono omaggio all’attualità del pensiero di Beuys circa il ruolo dell’artista, l’impegno ambientale, il rapporto tra arte e scienza.

Joseph Beuys, artista tedesco (Krefeld 1921 – Düsseldorf 1986), grande protagonista della sperimentazione artistica concettuale del dopoguerra, notissimo in Europa e negli USA dal 1974, ha lavorato ed esposto con notevole intensità in Italia. Legato in un primo tempo a Fluxus, gruppo che intendeva ricreare il senso dell’arte in relazione alla vita, è sempre stato molto attivo nel proporre temi ecologici. «La difesa della natura di Beuys va letta non soltanto nel senso ecologico, ma principalmente nell’aspetto antropologico: difesa dell’uomo, della creatività, dei valori umani» (A. d’Avossa).

Oltre 100 esemplari di multipli e opere uniche, provenienti da collezioni private e pubbliche, dimostrano un uso strategico di questo “arsenale” creativo e pacifico come arma di propaganda di un pensiero divenuto oggetto di svariate interpretazioni. Circa 150 documenti rari guidano il visitatore lungo il percorso della Casa del Mantegna: i manifesti firmati dal Maestro tedesco, le cartoline e le fotografie presentano in mostra il suo messaggio.

Di particolare interesse la ricostruzione simbolica dell’incidente dell’aereo Stuka J-87 avvenuto in Crimea nel febbraio 1943. Vi fu coinvolto l’artista, successivamente salvato da nomadi tartari, i quali praticarono una medicina sciamanica “di ricostruzione”, gli ricoprirono il corpo di grasso animale e lo avvolsero nel feltro. Da questa esperienza strettamente legata alla natura, nasce la sua idea di arte come esperienza salvifica del mondo malato e l’uso del feltro e del grasso come materiali ricorrenti nelle sue “azioni”, installazioni e opere.

La mostra è occasione per una riflessione sul percorso artistico e biografico di questo rivoluzionario artista del ‘900. Saranno pertanto organizzati incontri e confronti sulla concezione dell’arte beuysiana e del suo rapporto con società, scienza e cultura. Infine un simposio, a cui interverranno studiosi e testimoni internazionali, con introduzione e presentazione del curatore Antonio d’Avossa (calendario su www.casadelmantegna.it). Nei weekend saranno possibili visite guidate per gruppi, previa prenotazione e nel rispetto delle norme di sicurezza.

(Nella foto l’opera “I like America and America likes me” del 1974)




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