I Sindacati delle Pensionate e dei Pensionati di Spi/Cgil, Fnp/Cisl, Uilp/Uil, continuano ad esprimere una forte preoccupazione e sgomento per le condizioni igienico-sanitarie in cui versano le strutture residenziali per le persone anziane.

In questi giorni, in tutta Italia e nel Mantovano, continua senza sosta a consumarsi il dramma nelle residenze sanitarie assistite ( Rsa ). Gli anziani ricoverati non autosufficienti sono i soggetti più esposti al virus Covid 19 e in questi luoghi la situazione è allarmante: i decessi e i casi di infezione crescono di giorno in giorno e aumenta il contagio delle operatrici e degli operatori. Si muore nella totale solitudine e abbandono, senza avere una persona cara accanto mentre i famigliari, ai quali è vietato de settimane di entrare nelle strutture, sono costretti a non poter assistere il proprio padre o la propria madre sul letto di morte.

Prima dello scoppio dell’epidemia del Coronavirus, erano oltre 3.500, nel mantovano, le persone anziane residenti presso le Rsa con una età media di 80/90 anni, la maggior parte delle quali affette da pluripatologie e da diverse forme di demenza. Si tratta di anziani fragili, che nella maggior parte dei casi, non hanno più la capacità di rappresentare i propri bisogni, di difendersi, di autotutelarsi e di contrastare eventuali abusi o inefficienze del servizio. Le Rsa, spesso sono impreparate ad affrontare questo tipo di emergenza. Talune, nel tempo non si sono evolute dal punto di vista sanitario-geriatrico, sociale, tantomeno tecnologico. Hanno conservato modelli di gestione anacronistici con una funzione di tipo prettamente custodialistico e dunque inappropriati ai nuovi bisogni di salute e di benessere delle persone anziane e dei care-giver. Quello che sta accadendo in questi giorni all’interno di questi luoghi, ne rappresenta, con le dovute cautele, la testimonianza più inequivocabile.

La situazione ci è stata rappresentata nella sua tragicità nell’incontro avvenuto in settimana, coordinato dal Prefetto, tra le Organizzazioni Sindacali, l’Ats Val Padana e l’Asst. I numeri testimoniano la grandissima difficoltà, il 20% dei ricoverati risulta essere affetto da Covid19 o sintomatologie simile al Covid 19, il 6% degli operatori è affetto da Covid 19. Siamo in assenza di dati sui Covid 19 nei domicili, siano essi riferiti ai pazienti siano essi riferiti agli operatori.

A fronte di suddetta situazione, il Sindacato dei Pensionati di Cgil/Cisl e Uil, ha proposto in via prioritaria la necessità impellente di tutelare, considerata la vulnerabilità, la salute degli ospiti delle Rsa e nel contempo mettere in sicurezza gli operatori sanitari, socio-sanitari e assistenziali che lavorano nelle Rsa e che sovente non sono abituati ad operare in una situazione così inedita.

Nel merito si propone:
· monitorare periodicamente la situazione, il Prefetto intende convocare le parti entro due settimane.
· coinvolgere nella discussione anche le Rsa pubbliche e private.
· garantire a tutto il personale i dispositivi di protezione individuale (mascherine, gel igienizzanti, guanti, camici ecc.).
· Individuazione dei contagiati, degli asintomatici e dei negativi, effettuando tamponi a tutti gli utenti e operatori delle strutture residenziali.
· Procedere con la sanificazione periodica delle strutture.
· Indicare all’interno delle strutture delle aree dedicate per poter isolare e distanziare il più possibile le persone.
· Evitare di trasferire i pazienti, che hanno contratto il Covid 19, nelle Residenze Sanitarie Assistite
· Assicurare al famigliare un servizio telefonico costante che sappia fornire informazioni sullo stato di salute del ricoverato
· Rendere disponibile, attraverso tecnologie multimediali, il contatto tra il famigliare e il ricoverato affinché lo stesso non si senta abbandonato.
· Garantire il supporto psicologico agli anziani, ai famigliari, agli operatori e alle operatrici.
· I famigliari rivendicano il diritto di conoscere la causa del decesso del proprio ricoverato, pertanto devono essere attivate tutte le strumentazioni adeguate alla definizione di tale causa.
· Il personale deve essere, qualitativamente e quantitativamente, adeguato alle necessità.
· Il personale che opera sui domicili e nei domicili deve essere fornito dei dispositivi di protezione individuale.
· Considerata la straordinarietà della pandemia necessita prevedere una neo formazione per il personale che assiste le persone anziane nelle strutture residenziali e nella domiciliarizzazione, come sarà necessario un ripensamento dei luoghi dove la popolazione invecchia.




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