Si è tenuta lunedì 9 marzo, in videoconferenza, una riunione di coordinamento delle Forze di Polizia, presieduta dal Prefetto, che fa seguito a quella del Comitato Provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica di domenica 8. L’incontro è stato finalizzato a concordare le misure di controllo e sorveglianza da attuare in ottemperanza alla direttiva diramata ieri dal Ministro dell’Interno.

Già dalla mattinata di lunedì sono comunque stati attivati i primi servizi di controllo e di monitoraggio da parte delle Forze di Polizia, soprattutto con riferimento alla prescrizione di evitare ogni spostamento delle persone in entrata ed in uscita dai territori della zona “a contenimento rafforzato” nonché all’interno degli stessi.

Nella riunione, anche con il supporto del Servizio tecnico viabilità della Provincia e della Polizia Stradale, sono stati individuati gli itinerari di maggior flusso e deflusso dalle 8 province confinanti con quella di Mantova e si è stabilito che le Forze di Polizia effettuino posti di controllo dinamici, per consentire una sorveglianza a largo raggio, in primis sulla rete autostradale ed ai caselli presenti in provincia, ma anche su quella ordinaria. Analoghi controlli saranno effettuati sulle linee ferroviarie.

Le persone controllate dalle Forze di Polizia dovranno comprovare le ragioni degli spostamenti e potranno essere invitate a compilare una apposita autodichiarazione, fornita dagli stessi organi di controllo, sulla cui veridicità saranno effettuati, a campione, successivi controlli.

Per comprovare debitamente  gli spostamenti, le persone in movimento, oltre all’autodichiarazione, potranno anche avvalersi di documenti attestanti l’effettiva sussistenza di esigenze lavorative, anche non indifferibili, a condizione che, naturalmente, l’attività lavorativa o professionale dell’interessato non rientri tra quelle sospese ai sensi delle vigenti disposizioni (ad esempio, le attività didattiche) ovvero di situazioni di necessità o per motivi di salute (ad esempio, sottoposizione a terapie o cure mediche non effettuabili nel comune di residenza o di domicilio).

Il mancato rispetto degli obblighi previsti dal DPCM dell’8.3.2020 può configurare la violazione dell’art. 650 c.p., ferma restando la possibile qualificazione penale dei comportamenti rilevati anche ai sensi dell’art. 452 c.p. (delitti colposi contro la salute pubblica). Tale ultimo reato si  potrebbe configurare, ancor più, nell’ipotesi in cui sia violata la raccomandazione, rivolta a coloro che presentano sintomi da infezione respiratoria e rialzo della temperatura maggiore di 37,5 C°, di rimanere in casa e limitare al massimo i contatti sociali.

A tutti viene chiesto di tenere il massimo rigore nell’assicurare il rispetto di tutte le prescrizioni previste nel Decreto, nella delicata fase che stiamo vivendo e che deve renderci tutti responsabili ed attenti ai comportamenti corretti da tenere nell’interesse dell’intera comunità.




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